- Se deploriamo i nostri leaders ed i nostri elettorati per il loro essere egocentrici e non illuminati, dobbiamo ricordare che
essi sono il prodotto del nostro sistema educativo. Se protestiamo, come fattore attenuante, che essi sono
anche il prodotto di ambienti e famiglie, dobbiamo ricordare che i genitori ed i nonni irragionevoli di queste famiglie sono ugualmente prodotto dello stesso processo educativo. Come educatori, abbiamo una grave responsabilità per l’irragionevolezza della popolazione mondiale. Socrate doveva sapere che la
sfumatura di conoscenza di sé fornita dalla filosofia sarebbe stata di per sé insufficiente a dissuadere uno
stato ateniese ostinatamente avviato verso la distruzione. Nonostante ciò, egli persistette, fino al punto di dimostrare che quanto stava facendo valeva per lui più della vita stessa. (insegnante sempre, persino il suo ultimo atto fu educativo!)
- Finché lo scopo più importante dell’educazione sarà ritenuto essere l’apprendimento, come avviene in
tutte le società tribali, il modello del ricordo dominerà il testing ed i docenti saranno preparati ad insegnare in funzione dei test. E’ altrettanto triste che il modello-acquisizione dell’informazione - che domina l’educazione - piuttosto che essere un modello che incoraggi i bambini a pensare con la propria
testa, è un fallimento persino nei suoi stessi termini, poiché siamo costantemente atterriti da quanto poco
i nostri bambini sembrano conoscere la storia del mondo, o della sua organizzazione politica ed economica. Il risultato del modello tribale è quello di soffocare, piuttosto che far nascere, il pensiero dello studente. Ciò non significa che dobbiamo cominciare producendo test migliori: dobbiamo chiederci in che tipo di mondo vogliamo vivere, che tipo di educazione più probabilmente contribuirà a creare un tale mondo
- Come direbbe Dewey, il libro di testo (un secolo dopo II Bambino ed il
Curriculum) è ancora organizzato logicamente, come un indice, od una sequenza di lezioni, piuttosto che
psicologicamente, in termini di sviluppo dell’interesse e della motivazione del bambino. Non è qualcosa che il bambino voglia amare e possedere, nel modo in cui si ama ed assimila una storia o un’immagine: è invece un formale, noioso, opprimente e, per molti versi, inintelligibile sommario dei contenuti che ci si attende il bambino impari. Tutto questo non è affatto necessario, poiché sappiamo dal lavoro di Bruner e altri, che il materiale contestualizzato (per esempio presentato in forma di storia) è considerato dal bambino come qualcosa di cui appropriarsi, anziché come qualcosa da rifiutare. Se i bambini devono imparare a pensare nelle discipline, così da appropriarsi del patrimonio umanistico, essi devono
cominciare con la materia grezza delle discipline e raffinarla da soli.
Lipman
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