venerdì 27 gennaio 2012

Love of learning : Learning by playing

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Questa volta il tema dell'iniziativa Love of Learning è Learning by playing

....imparare giocando...


Se non ho buttato giù prima questo post è per le difficoltà che mi riserva.


Non so bene inquadrarlo nel nostro vissuto.


A dire il vero, non ho nemmeno ancor ben capito come si debba intendere il concetto di "giocare", intendo in generale (non in riferimento a questa bella iniziativa)


Lo sento per lo più attribuire a situazioni o comportamenti sottovalutati o a contesti più o meno duraturi, ma comunque limitati, finiti e contrapposti ad altre situazioni (mi viene in mente "prima il dovere e poi il piacere")
e questo mi stona parecchio.

Quest'estate ho letto un libro di Wolf Sugata Schneider
nel quale, tra i vari argomenti, si parla anche di "gioco cosmico",
in esso scrive :

Una delle prime parole pronunciate da mia figlia è stata "ioco".
"Mamma" è stata la prima, poi è venuta la volta di "palla" ("alla") e quindi di "ioco".
Dopo il nutrimento e la mamma, il gioco è infatti la cosa più importante nella vita.
[.......]
Alcune [regole] sono certo più durature di altre e prevedono sanzioni [di vita] più severe a fronte di un'infrazione, ma in fin dei conti sempre di regole del gioco si tratta :
maniere che verranno trasformate, ruoli che possono essere assegnati nuovamente, identità che non devono restare immutabili. La vita è un grande "ioco".


Ora, chiunque potrebbe obiettare:
....si, bello, ma che c'entra?

Risposta : C'entra nel senso che pensare che si possa apprendere in modo giocoso mi invita a pensare che ci sia un insieme "Non-A" che contenga la possibilità di imparare, conoscere e scoprire in un modo negativo.

Quest'ultima ipotesi è reale e concreta,
ma, nella mia ottica, non dovrebbe esser associata
ai succitati termini

(in fondo ogni lingua contiene così tante parole da poter sopperire argutamente a questa divergenza sostanziale).


Detto questo,
perdonate la digressione.

Vengo al punto.


Il (quasi) treenne di casa
non è scolarizzato (da nido o materna) e si prevede che non debba imbattersi in lezioni estermporanee* imposte finchè non sarà lui a chiedere di voler tentare questa esperienza di vita,
di conseguenza, potrei dire che il suo gioco (di vita) è onnipresente
(come atteggiamento)

la passione e l'interesse (siano essi suoi o degli ambienti frequentati) fanno da padrone.


Ho deciso, quindi, di riunire in un piccolo e non esaustivo elenco, le annotazioni presenti nel blog che possono rientrare nell'argmento.
Per la scelta ho deciso di seguire un filtro personale : nella lista ho inserito quei post animati da uno spirito di stupore da parte dell'osservatore (la sottoscritta) e di ammirazione per il processo libero e autodeterminato che ha veicolato la nascita della situazione descritta.









Un sincero Grazie! a Palmy
per l'iniziativa

4 commenti:

  1. Ho inserito io il tuo densissimo e pienissimo post, grazie di aver partecipato innanzitutto.
    Credo che tu abbia ragione quando dici che non dovrebbe esistere un apprendimento che non sia piacevole, o se ho ben capito che un apprendimento non si può neanche dire tale se non è associato all'interesse e dunque a una certa gioia... eppure non è questa l'opinione comune e diffusa neanche tra gli insegnanti...

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  2. Ci dimentichiamo spesso il vero significato di e-ducare...grazie per questo post e anche la citazione è bellissima!

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  3. Marika, sei tanta luce per me.
    Buonanotte
    Affettuosamente,
    Bruna

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  4. @Palmy, dici che ho esagerato? :D La prossima volta mi contengo. Si, hai compreso il senso e mi hai confermato la sensazione!

    @Jessica, grazie a te!

    @Bruna, non esageriamo! Ti ringrazio tanto!

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