Apprendimento in famiglia, crescere insieme

Child-Led Learning

La nostra esperienza quotidiana

venerdì 8 aprile 2011

Apro la mia finestra

Approfitto di questo momento per approfondire un po' il discorso su... su di noi, sostanzialmente.

Mi capita spesso (chissà poi perchè) di confrontarmi in modo più o meno diretto su ciò che facciamo, su come viviamo e, in quei frangenti, non sono pochi i nasi arricciati con fare perplesso e contrariato (il che avvienne solitamente da parte di genitori rodati, coloro ancora senza figli e magari in giovine età sembrano apprezzare e interiorizzare).

Parlare di homeschooling/unschooling/scuola paterna è parlare di tutto e di niente senza considerare che, nei succitati termini, compare il sostantivo "scuola", il primo elemento a creare confusione....

tu vuoi fare scuola? Ah..così insegni a tuo figlio.. ma quindi lui è obbligato ad ascoltare te al posto di un insegnante? Parli di scuola ma tuo figlio ha 22 mesi. Come mai l'hai costretto a imparare tutto ciò? Lascialo libero ora che può

...e così via..

il fraintendimento risiede proprio in questo termine o, meglio anzi peggio ancora, nel significato che siamo soliti attribuirgli (bene o male da scottati) : la scuola non è un edificio, non è disciplina, non  è doveri e obblighi, non è il binomio cattedra-banco o compiti-voti o noia-dolori

La scuola è la vita.. ebbene si.. suona poetico, nevvero? Lo è [eccome!] perchè è meravigliosamente reale!

Si impara sempre (pensiamo ai progressi nel primo anno di vita) ma solo fintantoché regna armonia interiore ed esteriore.
In assenza di questi requisiti non si apprende, semplicemente si scimmiotta un qualche sapere pronto a cadere nell'oblio (il cosiddetto "fuoco di paglia")

Facciamo un salto ulteriore : imparare vuol dire vivere. Non sto inserendo elementi ascritti alla categoria degli intellettualismi per sublimare la loro portata, parlo terra-terra: si impara ogni giorno (una nuova ricetta, un modo per ottimizzare l'utilizzo di uno strumento, una nuova strada, un lato del proprio carattere o di una terza persona, e via all'infinito) solo che non ce ne rendiamo così pienamente conto.

Chi mi conosce sa che sono una di quelle persone ad "ignoranza selettiva" non solo socratica, semmai un pozzo di San Patrizio del non-sapere.. è la mia reazione a tutto ciò che è imposto con pressione e senza rispetto.. in concreto tendo a rifiutare il fardello incombente o a seguirlo fino a che non me ne posso liberare in attesa che la doverosa armonia subentri e mi permetta di prendermene cura a dovere.

In compenso ho un dono (molto stile naif) riesumato dalla nascita di BGM : amo interessarmi ed entusiasmarmi.

Nulla di così particolare : sono umana, diversa e uguale  alla mia specie, compreso il piccolo koala e ogni bambino/persona esistente

Cosa si fa quindi a casa nostra di tanto strano?
Si fanno tante cose ma non le definirei "strane" : si parla, si comunica, ci si rispetta (capita anche di discutere ed innervosirsi ma questo è fisiologico!), si affrontano insieme gli eventi, ci si ritaglia spazi autonomi, ci si diverte, si condivide

Partendo dal presupposto che ogni persona -e quindi anche nostro figlio- è unica ed irripetibile e ha il diritto di essere se stessa, siamo consapevoli (anche quando ci tiriamo delle gomitate morali) di essere membri di un cerchio composto da persone vicine (delle guide, degli aiuti fidati) ma divise nella loro singolarità (autodeterminazione)

Attenzione : non si tratta di mere parole, il lavoro interiore del singolo e del gruppo familiare è magnifico e appagante quanto duro (ci si mette in gioco in tutto e per tutto, un vero scardinamento)

Tutto qua? No, c'è molto altro ma rischio di cristallizzare e banalizzare.. parlerò ancora di qualcosa che avrà valore non in quanto preso in sé e per sé, bensì come elemento di un insieme molto più grande

Or dunque, perchè scrivere tutto ciò? Affinché quei (pochi) lettori che passeranno di qua (compresa l'autrice in una veste anagrafica differente) possano respirare quell'odore di casa che si sente di ritorno dalle vacanze quando si è bambini

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