Mi sono domanda se e dove stessi sbagliando, mi sono autofustigata, insultata, mortificata...
Ho rivissuto le tensioni compagne di un'infanza,
quelle medesime ansie che mandavano in knock out il mio corpo.
Parliamoci chiaro, il mio passato è invidiabile, ho avuto tutto quanto si potrebbe desiderare ma certi ritmi e pretese erano troppo vessatorie per la bambina sensibile che ero.
Ho avuto timore (e continuerò ad averne) di ricreare queste frustrazioni, di inculcare che bravo è uguale ad amato
e non che l'amore è incondizionato,
che è giusto essere sempre in competizione per battere gli altri
e non che la competizione esiste solo fra sé e sé ed è positiva solo se stimola e appaga la propria serenità
che è meglio essere come la gente si aspetta
e non come lo si è (soprattutto se reputati troppo "strani")
...questo è parte del mio bagaglio.. un fardello tosto che mi ha inghiottita per poi rigettarmi e mantenersi come un monito.
Apro gli occhi. Non sono più la bambina indifesa che non si sentiva capita. Ora posso ascoltare me stessa e quindi il mio bambino.
Non fa più paura il silenzio
Non fa più paura il giudizio
Non sono un numero, non sono un voto,
ho un cervello.
E' dura riaprire cassettini chiusi il cui contenuto però trabocca
si deve, l'ho fatto, lo farò.
Mi sono domandata se non stessi tarpando le ali al Vero Sé del piccolo koala.
Facciamo molte cose che dai più vengono ritenute bonariamente balzane, solitamente una vera pazzia.
Mi chiedono il perchè, io rispondo "perché no?"
Il dubbio si era insinuato
E' giusto che a 16 mesi il piccolo koala riesca a individuare e a leggere qualche parola? Conosca le quantità? Conosca più bandiere, flora e fauna di quanto ne conoscessi io sino a 1 anno fa?
E' giusto che apprenda altre lingue e non solo vive ma che abbia piccoli contatti anche con quelle antiche?
Insomma, è giusto che sia così "intellettualizzato"?
Ritorno a me, a quella bambina che di propria iniziativa non ha voluto che le si insegnasse a leggere e a scrivere prima delle elementari (lo ricordo bene.. forse un'arma di difesa dalle pressioni materne?), io che vivevo con e nella mia filosofia, sto forse bloccando lo spirito creativo di questo piccolo essere in fieri che dipende (purtroppo e per fortuna) anche da me?
Ne ho parlato con Papà Folletto in quel momento tuttavia ero formalmente disposta a sentire, sostanzialmente non ascoltavo.
Ho dovuto metabolizzare poi è tornata la luce
Perchè il piccolo koala conosce questi elementi?
Gliel'ho mai imposto? Ho mai creato un legame tra il mio amore e queste minuziosità?
O forse è stato lui a voler recepire questi saperi tralasciando altri che al momento non gli interessano (come i colori)?
La realtà è che il rapporto tra madre e figlio è così stretta da non permettere sempre un'agevole intepretazione degli "eventi".
Il timore e il dubbio strisciano e si appostano pronti all'agguato.
Detestabili? No, affatto.
La perfezione è Altro. Forse non farò di questi errori ma ne farò di altri, non è una giustificazione, bisogna ambire al meglio per bilanciare la nostra fallibità. Va bene così.
Una verità però si disvela
sono questi occhi
la meraviglia che trasmettono
..è la creatività che si manifesta a piccole e fondanti dosi..
..è un cesto che si trasforma in un cappello e poi ancora in un elmo facendo tanto ridere
Passata la tempesta mentale?
Si e no.
Il dubbio è sempre pronto.. il dubbio è il motore della crescita
E voi come state vivendo il vostro percorso?